Calcolosi Urinaria

Calcolosi Urinaria

Calcolosi Urinaria

La calcolosi urinaria per la sua incidenza e morbilità presenta dei costi economici e sociali particolarmente elevati.
L’incidenza media risulta del 3-4 % con una forte tendenza all’aumento; circa 200-250 persone ogni 100.000 abitanti con circa 80.000 ricoveri/anno con differenti distribuzioni geografiche ed un tasso di recidive di almeno il 50%.

 

Il sesso più colpito è quello maschile con un rapporto di 2:1.
L’età di insorgenza dipende dal tipo di calcolosi ma di solito è compresa fra 30 e 50 anni.

Fattori predisponenti risultano essere:

  • Il tipo di attività lavorativa svolta
  • Le condizioni climatiche
  • Le acque eccessivamente dure
  • Il tipo di alimentazione (un’alimentazione particolarmente ricca in ossalati o ad alto contenuto calcico oppure una dieta ricca in purine)
  • La quantità di liquidi assunta
  • Presenza di malattie metaboliche

La frequenza relativa delle singole forme di litiasi in rapporto alla loro composizione chimica è la seguente:

  • L. calciche (ossalato, fosfato, carbonato di calcio o miste) 75%
  • L. uratica (acido urico) 18%
  • L. fosfo-ammonico-magnesiaca 2.5%
  • L. cistinica 0.5%
  • Altre 4%

Esiste sicuramente una predisposizione genetica e la presenza di alcune malattie metaboliche che favoriscono la calcolosi e le sue recidive (l’ipercalciuria assorbitiva, l’iperossaluria primitiva, ad esempio, si associano ad una storia familiare di calcolosi).

La frequenza relativa delle singole localizzazione della calcolosi è la seguente:

  • renale 70%
  • ureterale 20%
  • altre (vescicale o uretrale) 10%.

Colica Renale

La colica renale corrisponde ad un dolore con brusca insorgenza almeno all’inizio e a fitte non continue che si irradia alle grandi labbra o al testicolo di solito con disturbi vegetativi gastroenterici (nausea, vomito) che successivamente può diventare gravativo. In caso di calcoli localizzati nell’uretere distale i pazienti presentano minzione frequente (pollachiuria), stimolo imperioso e bruciore alla minzione (disuria).

La diagnosi differenziale va posta con altre condizioni che comportano un addome acuto quali appendicite acuta, colica biliare, annessiti, gravidanze extrauterine, pancreatiti etc.

Terapia della colica renale

Se il paziente è in una condizione clinica stabile e non c’è evidenza di una infezione sistemica in atto, e di una eccessiva sofferenza renale, il trattamento può essere conservativo e basato sull’impiego di farmaci antidolorifici (abitualmente FANS) e l’applicazione di una fonte di calore intensa.

Viceversa in presenza di uno dei problemi prima descritti, è necessario provvedere al drenaggio urinario con una procedura di urgenza, mediante il posizionamento di uno stent o una nefrostomia per cutanea.

Nella fase acuta della colica è consigliabile limitare l’assunzione di liquidi.
Nelle fasi successive alla risoluzione della colica, l’iperidratazione e l’attività fisica possono aiutare l’espulsione del calcolo.

Diagnosi

  • Ecografia apparato urinario
  • RX diretta addome
  • Urografia perfusionale e.v.
  • TAC spirale
  • Uretero-pielografia ascendente

Terapia

  • In oltre l’80% dei casi è indicata la Litotrissia Extracorporea con Onde d’urto (ESWL)
  • Nei restanti casi si ricorre a procedure endoscopiche (accesso transuretrale) o percutanee che consentono di portare a diretto contatto del calcolo strumenti che emettono fonti di energia per la frammentazione (LASER, ultrasuoni o sonde balistiche che frammentano il calcolo consentendo poi l’estrazione dei frammenti).
  • Il ricorso all’intervento chirurgico convenzionale risulta oramai limitato all’1-2 % dei casi (calcolosi complesse a stampo, calcolosi non risolte con i trattamenti meno invasivi).

La terapia medica è riservata ad alcuni tipi di calcolosi ma eccetto che per le forme di calcolosi uratica e cistinica, ha un impiego particolarmente limitato.

NOTA: La calcolosi renale in età pediatrica risulta rara ma molto più grave che in età adulta; questo sia perchè si sviluppa in tenera età e quindi può comportare più facilmente un danno irreversibile, sia perchè essendo sostenuta da un disturbo genetico è recidivante per definizione.

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